Avvocato MILANI Alessandro Giovanni
INDEBITI INPS: come ridurre il debito con l'assistenza di un legale e il ricorso amministrativo
Aggiornamento: 26 feb 2022
Vi proponiamo una guida fondamentale per capire cosa sono gli INDEBITI PREVIDENZIALI e ASSISTENZIALI INPS, come va affrontata la posizone al fine di gestire al meglio la richiesta economica avanzata da INPS ed eventualmente una richiesta di rateizzazione dell'importo dovuto.
Come e perchè si incorre in un indebito previdenziale;
Cosa fare quando arriva la notifica dell'INPS che pretende la restituzione di quote pensione;
Quando e perchè sia necessario affidarsi ad un consulente previdenziale;
Come deve essere avviato il ricorso gerarchico di opposizione;
I tempi previsti di legge;
Perchè non accettare subito la rateizzazione prima di aver consultato un professionista previdenziale;
Casi ed esempi reali di riduzione del debito o di annullamento del provvedimento grazie alla mediazione stra-giudiziale;
Consigli e procedure di aspetto giuridico-legale.
Il testo che segue è stato estrapolato dalla trasmissione radio a cui partecipano gli avvocati Alessandro MILANI e Celeste COLLOVATI che da molti anni seguono il tema della tutela delle pensioni e la difesa dei diritti dei pensionati.
Potete anche ascoltare l'intera puntata cliccando qui sotto:
Siamo un team di avvocati che si occupano di varie materie del Diritto Civile e Previdenziale.
Crediamo nella specializzazione e nel fatto che questa sia una caratteristica fondamentale del Professionista che non va sottovalutata. Al giorno d'oggi tutte le materie del Diritto sono sempre in continuo aggiornamento e quindi anche per noi è un continuo studio specialmente in alcuni campi come quello Previdenziale o nel campo del Lavoro, le modifiche delle riforme sono sempre all'ordine del giorno. Quindi bisogna sempre essere aggiornati! Il nostro studio si avvale della collaborazione di un consulente previdenziale che offre consulenze in materia di pensioni di varia natura sia dal punto di vista contabile che tecnico utili per chi non è ancora andato in pensione o per chi ci si sta avvicinando e abbia bisogno di consigli di carattere procedurale, o magari perchè ha dei dubbi e volesse dei chiarimenti sulla prestazione pensionistica.
Quest'oggi io avvocato Celeste Collovati e il mio collega Alessandro Milani che ci occupiamo in primo piano specialmente della materia pensionistica vogliamo ricordarvi quelle che sono le problematiche più frequenti che ci capitano e che quindi affliggono il contribuente o il pensionato.
A molti di voi è capitato di affidarsi alle Associazioni o Patronati per la presentazione delle domande di REVERSIBILITA' della pensione o per altre domande legate a prestazioni previdenziali. Non sempre, gli stessi Patronati, forniscono tutte le informazioni necessarie, ai clienti (pensionati), dopo aver presentato per conto loro una domanda legata ad una prestazione previdenziale. Pertanto, in molteplici occasioni il loro operato sembra lasciare delle zone d'ombra ove il pensionato non sa come comportarsi e soprattutto a chi rivolgersi in questa "giungla" normativa. E' quindi fondamentale non fermarsi al solo pensiero:
Ho inviato ad Inps la domanda voluta, per il tramite del Patronato; ho conseguito in breve tempo il mio risultato (ad esempio il riconoscimento della pensione di reversibilità); ma nessuno conosce gli oneri che ricadono in capo al pensionato a seguito della presentazione di queste domande e nessuno offre spiegazioni esaurienti in merito.
Queste sono le ragioni per cui un pensionato si deve affidare ad un gruppo di professionisti (avvocato e consulente previdenziale), che potranno informarlo di tutte le normative vigenti in materia e delle continue evoluzioni giurisprudenziali al fine di fargli conseguire il risultato sperato e non incorrere in questo fenomeno, oramai diffusissimo, degli indebiti previdenziali.
Per esempio pochi sanno dell'OBBLIGATORIETA' di COMUNICARE all'INPS la propria Dichiarazione dei Redditi, che non venga inviata solo all'Agenzia delle Entrate come molti di voi normalmente fanno, ma deve essere inviata anche all'INPS specialmente in caso di variazione reddituale di varia natura in aumento.
Se non viene effettuata questa comunicazione all'INPS si incorre in una OMISSIONE ed è proprio in questi casi che si parla di "DOLO del PENSIONATO".
Specifica l'avvocato Milani: nel caso concreto, alcune prestazioni previdenziali devono essere quantificate non solo in base al singolo reddito personale, ma anche al totale dei redditi familiari: per esempio quando si riceve una pensione di reversibilità per la perdita di un cognuge.
Cosa bisogna fare in questi casi?
Al variare del proprio reddito, ogni anno a Giugno, si deve presentare la dichiarazione dei redditi all'Agenzia delle Entrate, ma nessuno lo dice che questa comunicazione deve essere inviata anche all'INPS !!!
Perchè alcune sentenze del Tribunale sostengono che "La conoscibilità della variazione reddituale si determina quando il contribuente abbia inviato la propria Dichiarazione anche all'INPS" proprio perchè l'Ente di Previdenza ha sì un dovere di verificare i vostri dati reddituali, ma solo da quando ne abbia conoscenza!!!
Dal momento che l'Agenzia delle Entrate e l'INPS non dialogano tra loro, queste informazioni vengono elaborate diversi anni dopo rispetto alla vostra effettiva comunicazione all'Agenzia delle Entrate, questo fatto è una delle maggiori cause che può determinare la formazione di un indebito previdenziale.
Ecco perchè l'INPS richiede la RESTITUZIONE DI IMPORTI NON DOVUTI, detti appunto INDEBITI PREVIDENZIALI
Di conseguenza l'INPS può sostenere di non essere stata informata entro i dovuti tempi in merito alle variazioni dei vostri redditi e pretendere così la restituzione delle prestazioni erogate in eccesso.
Quando vi giungono delle comunicazioni da parte di INPS in cui sostengono ci sia stato un superamento dei limiti di reddito che riguardano l'erogazione della pensione o di altre prestazioni assistenziali, fate molta attenzione agli aspetti che vi descriviamo, non sottovalutateli !!!
Ovviamente a chi non è competente in materia non risulta subito chiaro, mentre per noi, ad esempio, proprio il fatto che l'Ente non abbia rispettato i termini di tempo previsti per Legge può essere l'occasione che ci permette di impugnare e contestare la richiesta dell'INPS e avviare un ricorso per bloccare il provvedimento di indebito.
IL NOSTRO CONSIGLIO PER ESCLUDERE QUALSIASI PROBLEMATICA è di inviare la vostra Dichiarazione dei Redditi ANCHE all'INPS perchè l'Ente ha la facoltà e il diritto prescritto di procedere al recupero dell'indebito, valutato secondo i loro calcoli, entro e non oltre il 31/12 dell'anno successivo a quello della presentazione della dichiarazione dei redditi.
PRESTAZIONI ASSISTENZIALI
Aspetti diversi e regole diverse della normativa particolare che invece regolano le prestazioni assistenziali.
Di questi ne abbiamo già parlato anche nelle precedenti puntate. Sono veramente tanti, vanno dal riconoscimento di invalidità agli assegni di accompagnamento, agli assegni sociali. E attenzione perché spesso anche dopo anni possono arrivare delle richieste dall'INPS senza neanche una formale revoca in cui vi chiedono la restituzione di importi in quanto non vi spettava più quella prestazione assistenziale.
Non tutto è così semplice: infatti quando si ricevono queste comunicazioni, PRIMA di fare qualsiasi cosa e presentarsi all'INPS per accettare un piano di rateizzazione, la cosa essenziale a nostro avviso, è di andare da un professionista esperto della materia previdenziale per chiedere una consulenza e far verificare se esistono o no i presupposti per impugnare il provvedimento emesso da Inps. Qualora invece non ci fossero le condizioni a vostro favore, allora non resta altro da fare che accettare una rateizzazione, MA più lunga possibile per poter rientrare del debito contratto.
Le rateizzazioni possibili per restituire un indebito l'INPS sono al massimo di 36 mesi, cioè tre anni.
L'intervento di un avvocato può aiutare a trovare un accordo per ottenere una rateizzazione maggiore, come già successo, magari facendo valere un importo di reddito molto esiguo. Quindi come vedete, l'intervento di un legale è di solito sempre molto utile!!
Le richieste di restituzione da parte dell'INPS sono tantissime: ricordate che l'Ente di Previdenza ha un tempo molto lungo per poter effettuare queste verifiche. Si tratta in questo caso di una prescrizione decennale, quindi l'INPS ha 10 anni a disposizione per poter fare queste verifiche. Purtroppo non si può dire altrettanto per il contribuente che come dicevamo prima deve rendere conoscibile e informare sempre l'INPS di tutte le variazioni in aumento del suo reddito: ad esempio in caso di una eredità, oppure di un reddito extra per aver messo in affitto un immobile o per aver svolto un altro lavoro, sono tutti casi che devono essere segnalati perchè comportano un aumento reddituale.
IL RICORSO GERARCHICO
Noi dello Studio legale Milani prima cerchiamo sempre di dialogare con gli Enti amministrativi con un passaggio precedente all'avvio di una causa. Tramite le verifiche fondamentali della vostra documentazione si può valutare la possibilità di un ricorso (in questo caso si chiama "comunicazione di indebito") e non si va assolutamente subito avanti al giudice.
E' un passaggio intermedio: si invia il ricorso ... un ricorso gerarchico o comunemente detto "amministrativo" che ci permette di dialogare con il relativo Comitato Provinciale INPS di competenza secondo il luogo di residenza del ricorrente. Quindi non siamo ancora in fase giudiziale e non si è ancora avviata una causa, sempre che non ci sia un contraddittorio vero e proprio.
L'INPS ha l'obbligo di rispondere appunto accogliendo o rigettando il ricorso fornendo delle motivazioni che non sono sempre molto chiare ed esaustive. Poi eventualmente, qualora il ricorso venga rigettato, si procede all'ultima fase giudiziale davanti al Giudice presso il Tribunale del Lavoro fornendo le prove che devono essere fondate e molto circostanziate.
Non bisogna spaventarsi e aver timore di affrontare una causa verso l'INPS.
L'obiettivo è sempre quello di far valere le proprie ragioni personali in fase extra-giudiziale (specialmente quando siano evidenti) per chiedere l'annullamento del provvedimento di indebito o almeno una riduzione parziale del debito.
Spesso gli importi richiesti sono molto elevati, anche di decine di migliaia di euro !! Prima di pagare è sempre meglio chiedere l'intervento di un professionista per valutare se la richiesta di restituzione dell'INPS sia effettivamente legittima.
L'INDEBITO PUO' NASCERE DALLA REVERSIBILITA' DELLA PENSIONE DEL CONIUGE DECEDUTO
Un altro caso di indebito che ricorre frequentemente è legato alle QUOTE di REVERSIBILITA':
in caso di decesso di un coniuge, la moglie o il marito che già percepiscono una pensione diretta, fanno normale richiesta per ottenere la reversibilità della pensione del proprio coniuge e dopo anni potrebbero ricevere una "comunicazione di superamento del limite reddituale".
Anche in questo caso vanno effettuate le necessarie verifiche con un CONSULENTE PREVIDENZIALE per appurare se si debba realmente restituire le somme pretese dall'INPS e quale sia la migliore azione da intraprendere onde evitare di incappare in un indebito previdenziale.
Sembra una cosa scontata il fatto che l'INPS, gestendo il Casellario Centrale delle Pensioni, conosca in tempo reale i vostri redditi, ma non è così!!
Quindi anche in questo caso quando si fa la richiesta di reversibilità si percepisce un reddito in più. Questi due redditi devono essere sommati perchè determinano appunto un aumento reddituale e ciò comporta la necessità di invio anche all'INPS della vostra Dichiarazione relativa ai vostri redditi ogni anno.
Specialmente di tutti i redditi che sono assoggettabili ad Irpef.
Ecco un'altra ragione che vi fa capire il rischio di incorrere in un indebito!
Anche l'Ente Previdenziale potrebbe sbagliare i calcoli
Tante volte l'INPS commette degli errori di calcolo perché la sommatoria di questi due redditi da pensione diretta e indiretta vanno a sforare e superare determinati limiti di reddito previsti per legge e determinano quindi l'applicazione delle percentuali di riduzione dell'importo pensionistico di reversibilità.
Questo determina un indebito! indebito per il quale l'INPS potrebbe dire di non aver ricevuto nessuna comunicazione da parte del pensionato o dei suoi eredi inerenti alla variazione dei redditi e pertanto, quando l'ente effettua la verifica con anni di ritardo, l'indebito ha raggiunto un tale ammontare, spesso di diverse migliaia di euro!
REVOCA DELL'INVALIDITA' E RESTITUZIONE DEGLI INDEBITI ASSISTENZIALI
Facciamo un altro esempio di indebiti e in questo caso parliamo di indebiti assistenziali.
Intanto è necessario considerare il diritto o requisito sanitario che nel tempo potrebbe variare o addirittura venire a mancare a seguito degli accertamenti che l'Inps effettua nelle visite di controllo. Può capitare che a un certo punto, l'INPS, attraverso la visita di una commissione medica competente e a ciò preposta, ritenga che la persona non ne abbia più i requisiti, magari perché nel frattempo è guarita o magari perchè la sua patologia fortunatamente è in miglioramento.
Cosa fare se l'INPS nelle visite di controllo per l'accertamento dell'invalidità avesse commesso un errore di valutazione e in realtà quel soggetto avesse ancora diritto alla PRESTAZIONE di SOSTEGNO ???
Prima di tutto in simili casi bisogna assolutamente far valere il REQUISITO SANITARIO: se ritenete ingiusta la valutazione della Commissione Medica che vi ha revocato l'invalidita' avete SEI MESI di tempo per fare ricorso dal momento in cui ricevete il verbale.
Il ricorso in questo specifico caso è giudiziale e si instaura mediante la presentazione di un ricorso per accertamento tecnico preventivo (ATP).
LA RICHIESTA DI RESTITUZIONE DELLA PRESTAZIONE DI SOSTEGNO E IL RICORSO AMMINISTRATIVO
In questo caso si deve procedere, se ne ricorrono i pressuposti, inoltrando un ricorso amministrativo avanti il Comitato Provinciale. Anche nel caso di revoche della prestazione economica inerente l'invalidità accertatat o la prestazione di accompagnamento, come ci è capitato spesso, ricordatevi che appena riceverete il verbale sanitario ove esclude tale diritto. Due potranno essere le strade da percorrere: 1) procedere con la presentazione del ricorso giudiziale entro 6 mesi dal verbale (ATP) PER FAR VALERE L'ESISETNZA DELLA PATOLOGIA E QUINDI L'IVALIDITA'; 2) procedere con la presentazione di un ricorso amministrativo per opporsi solamente alla richiesta di restituzione economica avanzata da Inps - INDEBITO PREVIDENZIALE -.
DOVETE prima fare una nuova visita di controllo medico legale di parte (CTP) più specifica sia sotto l'aspetto medico sia dal punto di vista legale per attestare che il vostro grado di invalidità sia rimasto tale e non abbia perso punti percentuali.
Fatto l'accertamento medico-legale è poi necessario farsi assistere da un avvocato che con un ricorso al Giudice faccia nominare una nuova commissione INPS che vi sottoporrà ad una nuova visita di valutazione che quindi possa riconfermare che a voi spetta ancora quel beneficio assistenziale.
RICORSO PER ANNULLARE LA RICHIESTA DI RESTITUZIONE DELL' INDEBITO
Parallelamente si avvierà un procedimento di contestazione della richiesta di restituzione importi (di solito è contestuale) avviando subito un RICORSO GERARCHICO.
E' fondamentale che i due procedimenti vengano attivati nei tempi previsti di legge con l'assistenza sia del Consulente Previdenziale, sia di un legale esperto in materia di pensioni.
Sono capitati casi di nostri assistiti in cui ci sarebbe stata la possibilità di ricorrere e di richiedere un accertamento tecnico-preventivo, ma purtroppo, erano stati superati i tempi previsti di legge entro cui farlo e per prescrizione non si è potuto impugnare il procedimento di opposizione al provvedimento.
Come si suol dire "da mangiarsi le mani" aver perso una simile opportunità !!!
IRRIPETIBILITA' DELL'INDEBITO
Abbiamo spesso parlato di irripetibilità dell'indebito e della possibilità di non dover restituire le somme richieste dall'INPS o da altre casse private di assistenza previdenziale.
È vero anche che alla base, prima di avviare qualsiasi ricorso, bisogna ben valutare il singolo caso concreto effettuando una verifica preventiva perchè altrimenti si rischia veramente di allungare i tempi e rischiare che il ricorso non produca gli effetti desiderati.
NON FIRMATE LA RATEIZZAZIONE PROPOSTA DALL'INPS PRIMA DI ESSERVI CONSULTATI CON UN PROFESSIONISTA LEGALE.
Evitate il fai da te, evitate di firmare richieste di rateizzazione che valgono poi di fatto come riconoscimento di debito e ci creano poi non pochi problemi in quanto, evidentemente, con un riconoscimento di debito in mano firmato da voi si fa davvero fatica a contraddire l'INPS e sostenere che la persona o il pensionato in questione non era caduto in errore e non aveva alcuna responsabilità!!!
Un ultimo esempio, un nostro assistito alla visita medica ottiene l'inabilità o un invalidità al 100% e chiaramente questo determina un primo beneficio economico. Inoltre gli viene riconosciuto anche un assegno di accompagnamento o altre prestazioni accessorie che vengono determinate dalla commissione medica.
Accade molte volte che nelle revisioni successive effettuate alcuni anni dopo, le persone non capiscano che la percentuale di invalidità per le loro patologie sia stata abbassata al di sotto del 74% e di conseguenza non hanno più diritto alle prestazioni economiche che gli erano state già riconosciute.
Anche in questo caso si incorre in un indebito! Perchè l'INPS non ha immediatamente interrotto l'erogazione delle prestazioni economiche e tutte le somme versate, magari per anni, successivamente all'emissione del verbale che riduceva la percentuale di invalidità, determinano il debito che il pensionato o la persona invalida deve restituire.
Vi esortiamo anche a controllare periodicamente il vostro cassetto previdenziale sul sito dell'INPS. Sappiamo che per molte persone l'accesso al portale previdenziale INPS è complicato perchè richiede l'utilizzo dello SPID con vari passaggi macchinosi di verifica.
A maggior ragione affidatevi ad un consulente di fiducia (con cui anche il nostro studio collabora) che segua la vostra posizione previdenziale e si accerti periodicamente di qualsiasi possibile variazione del vostro stato di invalidità e soprattutto tenga sotto controllo tutte le notifiche relative ai verbali che INPS potrebbe notificarvi spesso solo sul vostro portale e non ve li abbiano spediti a casa con la documentazione cartacea!
Tutti questi aspetti sono fondamentali e possono costituire la base di contestazione e impugnazione contro i provvedimenti di indebito INPS. Non aspettate e non dimenticate di rispettare i tempi previsti dalla legge.
CONTATTAMI, affidati ad un consulente di fiducia per informazioni e consulenze legali in merito a ricorsi INPS o mediazioni stra-giudiziali in tema di pensioni e previdenza, compila il modulo in fondo al sito.

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