Ricorso Pensioni "d'oro": la Consulta dichiara illegittima la durata di 5 anni
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il taglio di 5 anni alle Pensioni d'oro limitandolo al triennio 2019-2021
Cos'è il Contributo di Solidarietà?
Riduzione percentuale di tutte le PENSIONI che superano i 100.000 euro (le così dette "PENSIONI d'ORO")
Il RICORSO COLLETTIVO per far riconoscere la non manifesta infodatezza della questione di illegittimità costituzionale dell'art 1 commi da 261 a 269 delle legge di stabilità n. 145 del 2018 incostituzionalità
Ordinanza Corte dei Conti Friuli Venezia Giulia n. 213 del 17/10/2019
Ordinanza del Tribunale di Milano n. 46/2020
Sentenza della Corte Costituzionale n. 234/2020 dell'11.11.2020.
Il CONTRIBUTO di SOLIDARIETA’ è un PRELIEVO straordinario che insiste sui soliti soggetti i PENSIONATI. Tale forma di prelievo è sostanzialmente slegata dagli orientamenti politici, infatti nonostante il succedersi negli ultimi decenni di vari governi, quest'ultimi hanno comunque introdotto, attraverso leggi di stabilità le misure in discussione.
Si tratta di misure che incidono sulle così dette "Pensioni d'oro".
Con tali prelievi i Governi puntano in ragione del cosiddetto principio si solidarietà intergenerazionale del sistema previdenziale a costituire fondi di accostamento somme all'interno del sistema Inps al fine destinare tali importi alle finalità determinate nelle leggi di stabilità. L'applicazione continua e sempre più pressante di queste misure, sembrano destinate non a far funzionare il sistema previdenziale, ma al semplice fine di far cassa e destinare parte delle somme a ripianare parte del debito pubblico dovuto alle crisi economiche e di recente a finanziare l'innalzamento delle pensioni minime del Reddito di Cittadinanza e permettere di andare in pensione a quei lavoratori che hanno aderito a "QUOTA 100".
L’avvocato Alessandro Giovanni Milani e il suo staff di consulenti previdenziali operano da oltre 5 anni nel settore delle consulenze pensionistiche e previdenziali. Si occupano di salvaguardare i diritti dei pensionati e tutelare i diritti dei pensionati, nel caso specifico a vedere limitata l'applicazione di tale riduzione.
I professionisti dello studio hanno individuato alcuni profili di incostituzionalità della Legge n. 145/2018 (art.1, commi da. 261 a 269) che prevedeva una iniqua decurtazione per un periodo di tempo molto lungo di ben 5 anni dal 2019 al 2023, in prevalenza sui pensionati che percepiscono pensioni elevate e che sono andati in pensione con il calcolo misto (ovvero contributivo – retributivo).
Inoltre, un altro aspetto di incostituzionalità di questa legge, può ravvisarsi nel fatto che tale decurtazione debba essere eccezionale (e l’eccezionalità deve essere motivata) ed utilizzata per brevi periodi temporali, quindi non utilizzata di continuo e per più anni consecutivi.
Il Tribunale di Milano - Sezione Lavoro con ordinanza n. 124 del 30 aprile 2016 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale) accogliendo il ricorso di 10 pensionati presentato dall'Avvocato Alessandro Giovanni MILANI in collaborazione con l'avvocato Celeste Collovati ha riconosciuto elementi di incostituzionalità dei provvedimenti adottati e reiterati a partire sin dal 2011 dai Governi Monti-Letta in materia previdenziale per la mancata rivalutazione degli importi pensionistici.
Nel ricorso i ricorrenti chiedono che l'istituto di Previdenza Sociale INPS venga condannato a corrispondere a tutti i ricorrenti la mancata rivalutazione degli importi pensionistici e venga dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 del Decreto-Legge 21 maggio 2015 n. 65, convertito con successive modifiche in Legge 17 luglio 2015 n. 109, nonché l'art. 1 comma 483 della legge n° 147 del 27 dicembre 2013 - disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita' 2014).
Le suddette norme vengono censurate di incostituzionalità con il presente ricorso, nel quale si chiede la rimessione degli atti alla Corte Costituzionale, previa valutazione della rilevanza e della non manifesta infondatezza delle questioni. Leggi il ricorso pubblicato in Gazzetta Ufficiale...
PENSIONI e PEREQUAZIONE
IL TRIBUNALE DI MILANO: I BLOCCHI DEGLI ASSEGNI NON POSSONO ESSERE REITERATI E RIMANDA LA QUESTIONE ALLA CONSULTA
MILANO – Notizia favorevole ai pensionati sacrificati dal Governo [...] Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso cumulativo di 10 pensionati presentato dai legali Alessandro Milani e Celeste Collovati tanto da rimandare la questione alla Corte Costituzionale...
DI PAOLO PADOIN - FIRENZE POST - 5 MAGGIO 2016
Nel nostro ricorso abbiamo a chiare lettere sottolineato più volte la non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale della reiterazione dei blocchi della perequazione operata nel tempo da vari governi. Nel caso di specie il Governo Monti-Fornero con il decreto Salva Italia che ha operato il blocco per il 2012-2013 nonché la Legge di stabilità Letta per l'anno 2014-2015 e il Decreto Renzi (n. 65/2015) convertito in Legge che ha ridotto drasticamente le percentuali di calcolo della rivalutazione (anche del 50%) per ogni fascia di reddito operando anche retroattivamente dal 2012 sino al 2016", affermano i consulenti legali di Aspes, Celeste Collovati e Alessandro Giovanni Milani...