Da molti decenni i Governi, che si sono succeduti, hanno previsto con l’applicazione di Decreti Legge, poi convertiti in Legge definitiva, o promulgando direttamente con Leggi specifiche, meccanismi di calcolo diversi, applicando ogni volta aliquote, scaglioni e criteri differenti di valutazione per l’applicazione della perequazione della pensione.
Infatti, in un primo momento la Legge n. 448 del 1998, all’ art. 34 comma 1, prevedeva un meccanismo che imponeva l’indicizzazione piena (100%) per le pensioni più basse (sino a 3 volte il minimo Inps ossia per il 2012 (all’incirca pari ad €.1.405,05 lordi) e percentuali sempre molto alte (95% / 70%) anche per importi di pensione superiori a tre volte il minimo Inps (così sino a 6 volte il minimo Inps).
IL GOVERNO MONTI-FORNERO BLOCCA LA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI
Invece il Governo Monti - Fornero, nel 2011, ha previsto il blocco della rivalutazione della pensione, per gli anni 2012 e 2013, per tutti i pensionati che percepivano una pensione lorda superiore ad €.1.405,05.
Alcuni pensionati hanno presentato ricorso e la questione è stata sottoposta, con ordinanza, all’attenzione della Corte Costituzionale.
IL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE
La Suprema Corte e le Corti di Cassazione di svariati tribunali d'Italia sono state spesso chiamate ad esprimersi in materia di costituzionalità su questi repentini stravolgimenti e continue revisioni del meccanismo di perequazione:
La Corte Costituzionale con sentenza n. 70 del 2015, dichiarò incostituzionale “il blocco della rivalutazione della pensione” previsto dalla Legge Monti - Fornero.
I consulenti legali Alessandro Milani e Celeste Collovati nel loro ricorso avevano sottolineato a chiare lettere più volte la non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale della reiterazione dei blocchi della perequazione operata nel tempo da vari governi. Nel caso di specie il Governo Monti-Fornero con il decreto Salva Italia (n. 201/2011) che ha operato il blocco per il 2012-2013 nonché la Legge di stabilità Letta per l'anno 2014-2015 e il Decreto Renzi (n. 65/2015) convertito in Legge (109/2015) che ha ridotto drasticamente le percentuali di calcolo della rivalutazione (anche del 50%) per ogni fascia di reddito operando anche retroattivamente dal 2012 sino al 2016. L'ordinanza accoglie tutte le argomentazioni presentate e svolte nel nostro ricorso relative alla legittimità costituzionale dei blocchi operati e in particolare quella relativa alle pensioni superiori a 6 volte il minimo Inps. Tali fasce di reddito hanno subito il blocco integrale della perequazione dal lontano 2012 ad oggi, oltre a tutti i pensionati che percepiscono una pensione da 3 volte a 6 volte il minimo Inps, i quali hanno avuto una riduzione superiore al 50% della perequazione dovuta".
UN PARZIALE RIMBORSO DEL GOVERNO RENZI
Successivamente nel vuoto normativo esistente, il governo Renzi con decreto legge n. 65 del 2015 - convertito poi con successive modifiche nella legge 17 Luglio 2015 n. 109, entrato in vigore il 21 maggio 2015 - ritenne di dover dare attuazione alla sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale disponendo solo parziali rimborsi della rivalutazione (una tantum) limitandoli ad alcune fasce di pensionati (da tre a sei volte il minimo della pensione sociale) e ribadendo il blocco delle pensioni per coloro che percepiscono una pensione superiore a sei volte il trattamento minimo INPS....
Leggete il mio articolo che trovate qui sotto per conoscere nel dettaglio come e quanto hanno influito negli anni le modifiche alla perequazione delle pensioni apportate dai vari Governi che si sono succeduti tra il 2011 e il 2017.
Capirete facilmente come sia facile e possibile che ci possano essere stati errori nel ricalcolo automatico dell'assegno mensile sulle pensioni e quanto sia consigliabile far effettuare un'attento CONTROLLO PREVIDENZIALE per verificare se vi sono stati effettivamente accreditati gli ARRETRATI maturati che vi spettano per legge.